Migliorare la reputazione del PR

Esco fresco fresco da un episodio molto grave in cui la mia reputazione di PR è stata distrutta agli occhi di una platea formata prevalentemente da giovani imprenditori durante un seminario in tema “web marketing”.

Al di là dell’evoluzione di quell’episodio, che mi auguro avrà dei risvolti tempestivi nel ridurre quanto di dannoso è avvenuto, riflettevo su quanta fatica faccia a parlare del mio lavoro, delle mie attività e di quanto sia, a livello percettivo, tremendamente distorto.

Ho appena scritto una mail di sfogo a Fabio Ventoruzzo segnalandogli un postche delinea il lobbista come un “genio del male” e il comunicatore come un “regista degli effetti speciali creativo e al tempo stesso bugiardo”. Accuse pesanti che fanno riflettere.

Anche questo dimostra quanto la nostra professione non sia efficacemente comunicata!

Bisogna agire. Tutti.

UniFERPI cosa può fare per aiutare?

Io ho un’idea: sarebbe utile creare degli eventi presso le altre facoltà al fine di far percepire a laureati futuri (architetti, medici, avvocati, ingegneri…) chi siamo, cosa facciamo, come lo facciamo e perché dovrebbero collaborare per le loro attività.

A mio avviso questo porterebbe dalla radice a migliorare l’immagine del PR e innalzare quindi la reputazione a livello generale nonchè a far conoscerci tra potenziali futuri clienti.

Ve piace? 😀

A che servono i comunicatori?

Qualche settimana fa ho scritto due post (link1 e link2) per parlare dell’utilità e della reputazione dei corsi di laurea in comunicazione. Diversi sono stati i commenti dei lettori, tutti molto interessanti, scritti da persone vicine al mondo della comunicazione. Oggi, invece, a scrivere è stata una lettrice che si occupa di tutt’altro. Laura – questo è il suo nome – pone delle domande che a noi potrebbero sembrare banali ma, essendo il suo punto di vista simile a quello della maggior parte dei nostri stakeholders di domani, le dobbiamo delle risposte. Ecco perchè ho voluto dare risalto al suo commento pubblicandolo qui: Continua a leggere

Come comunicare le professioni intellettuali?

Avvocati, commercialisti, medici, architetti, ingegneri: dopo l’emanazione del decreto Bersani tutti sono liberi di comunicare il proprio lavoro. Non c’è più solo il professionista di relazioni pubbliche ma tutti possono improvvisarsi comunicatori. Ma come posso farlo in modo chiaro e inequivocabile? Per aumentare la credibilità della propria professione e i successi lavorativi è fondamentale quindi non solo saper fare bene il proprio mestiere ma sopratutto saperlo comunicare meglio degli altri.

Per questo motivo circa un anno fa la Ferpi, dopo l’emanazione del decreto Bersani sulle liberalizzazioni, ha creato un gruppo di ricerca sulla comunicazione delle professioni. Continua a leggere

Addio Italia.it

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Ha chiuso i battenti dopo nemmeno un anno il portale presentato a Bit2007 da Francesco Rutelli quale vetrina mondiale del nostro bel paese. La spesa di realizzazione si aggira attorno ai 7 milioni di euro (fonte mconline) dei 45 milioni stanziati per il progetto; soldi che sono finiti giù per lo sciacquone o una sospensione temporanea per rilancio con una vesta diversa e magari con un nuovo tipo di comunicazione?

Aveva già iniziato la sua avventura tra le polemiche partendo dal logo senza Sardegna e Sicilia, alla lentezza della realizzazione, alla struttura “già vecchia” per esperti del settore, ai contenuti, fino ad arrivare ai troppi click per raggiungere le pagine ricercate… insomma non era certo nato sotto una buona stella e da ottobre si era già spenta lasciandosi cadere definitivamente in questi giorni.

Oltre il punto di vista meramente tecnico mi piacerebbe osservare un fatto: quanto sia importante per il sito web di un’organizzazione l’aspetto comunicativo.

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“Essere imprenditori di sé stessi”

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Che il mercato sia competitivo ce ne siamo vagamente accorti. In università questo è il periodo di consegna tesi: la laurea è ormai cosa fatta per molti. Sento parlare alcuni ragazzi che, a differenza mia, non hanno sentito l’esigenza di iscriversi ad un corso di laurea specialistica ma hanno deciso di “lanciarsi” nel mondo del lavoro. E la loro domanda: ma un comunicatore oggi cosa fa?

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